-Sei arrivato presto. T´ayl sta lavorando ancora. Dev´essere
qualcosa d´importante. Oppure
non puoi sopportare di non vederla, eh? –rise l´orsa.
T´elm non
mutò espressione, ma neanche mise il broncio. O´vido tornò al suo
daffare lasciandoli da soli.
T´ayl sentì i suoi occhi che fissavano Tadeus, divorandolo
col suo pacato sguardo. Decise di parlare per prima.
-È bello, vero? Un giorno o l´altro ne avremo uno come lui,
non ti preoccupare.
-Non sono venuto a parlarne – ribatté lui, sviando lo
sguardo un istante verso il finestrone e la città giacente sotto i suoi piedi-.
Devo partire per un mondo appena colonizzato. I raccolti si stanno perdendo e i
coloni non sanno perché. Devo vederle crescere ed istruire altri a farlo. Il
veliero salperà fra qualche giorno.
-E...? –lo incoraggiò lei.
-Non posso andarmene così. Non senza sapere che il nostro
figlio dorme dentro di te.
-Non può essere, T´elm, e lo sai.
-Sai cosa rischio? Potrei morire nello spazio. La mia
capsula potrebbe rompersi, oppure posso anche marcire all´interno se il
navigante tarda troppo ad arrivare alla sua destinazione, e nostro figlio non
esisterebbe mai.
T´ayl provò dolore quando l´ascoltò e dovette contraddirlo,
poiché anelava a quel figlio ancora più di lui.
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