Ecco un mio piccolo racconto noir.
“Nessuno è più furbo di me, Donnola”. Ecco quello che il
signor Terzuoli diceva.
“Certo, capo”, gli rispondevo sempre io. Invece pensavo di
no. Anche pensavo molto alla signora Terzuoli, al suo corpo snello, al suo
sguardo che sembrava dirmi di sì da soli.
Faceva freddo la notte che Guercio e Rospo mi catturarono.
Rospo va pazzo per i pugni americani.
Il signor Terzuoli ci stava aspettando nel molo, l´aria
tranquilla, accanto a un blocco di cemento armato appena fatto. Sebbene lui non
abbia fatto nessun cenno verso di me, non potei fare a meno di raggomitolarmi.
Un bel colpo me l´aspettavo.
“Hai oltrepassato i limiti, Donnola”, disse Guercio,
sostenendomi per le mani ammanettate mentre Rospo sommergeva i miei piedi fino
allo stinco nel cemento ancora fresco.
Rimasi così qualche mezz´ora, sino a diventare intrappolato,
senza parlare.
“Nessuno è più furbo di me, Donnola”, disse poi il signor
Terzuoli.
Tra Rospo e Guercio, mi gettarono nell´acqua scura. Mi
affondai.
Dopo qualche minuto, non ci fu che quiete. Silenzio.
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