giovedì 16 aprile 2020

T´ayl Sempre-Fredda (13)


T´esla e T´estudo erano delle buone compagne. Rimasero insieme un lustro accanto al solido permafrost, dispiacendosi per la disgrazia di T´ayl. Poi lasciarono T´elm. Promisero di ritornare.
T´elm rimase con T´ayl. Poteva vederla vagamente attraverso il monticello traslucido di ghiaccio che si estendeva fino ai resti demoliti della Cuocitrice e più in là, sopra la collina.
L´avrebbe aspettata. Fino alla fine del tempo, aveva detto lei.
Poteva farlo.
Così fece.

FINE

giovedì 2 gennaio 2020

T´ayl Sempre-Fredda (12)


G´eld era un´infrapersona felina dalle curve provocanti, e sapeva ipnotizzare con la dolce durezza delle sue pupille timide.

La sera li trovò che fuggivano con la loro lenta e costante corsa, allontanandosi dalla Cuocitrice condannata a morire. Le altre infrapersone, tranne T´esla e T´estudo, li avevano sorpassati molto tempo prima, in direzione della sicurezza. T´elm avrebbe potuto chiedere il loro aiuto per scappare più velocemente e gliel´avrebbero prestato volentieri.
Però non lo fece. Non era invalido. Era sé stesso. E aveva calcolato il tempo esatto di cui avevano bisogno per salvarsi tutti e quattro. Se non si fermavano. A questo punto della storia i giovani omuncoli si mordono le labbra ed i genitori, che già conoscono la favola, piangono un´altra volta insieme ai loro piccoli.
“E T´adeus? Dov´è T´adeus?”, si preoccupò ad alta voce T´ayl, senza smettere di correre.
“Sicuramente sarà già lontano. È molto più veloce di noi”, cercò di tranquillizzarla T´esla.
“Non lo abbiamo visto venire. Non ci ha sorpassato. Avrà avuto qualche problema con gli Evoluzionatori.”
“Sarà fuggito in un´altra direzione”, disse T´elm, ansioso di finire la conversazione. Il cammino più facile era quello che loro avevano preso; tutti lo sapevano.
“Sopra la collina?”, gridò T´ayl, sempre più nervosa. “Devo linguare con lui. Sapere se è vivo.”
“No!”, T´elm conosceva T´ayl. Adesso sapeva cosa stava per succedere. E doveva impedirlo.
“Dobbiamo saperlo. Non ci saremmo riusciti senza di lui”, concluse T´ayl.
T´elm, senza smettere di correre, la vide vacillare nella corsa, mentre cercava di comunicare con T´adeus, per fermarsi alla fine e girarsi osservando la Cuocitrice lontana. Non poteva linguare bene di corsa. T´elm pianse in silenzio mentre correva accompagnato da T´esla e T´estudo.
“T´adeus! Cos´è successo? Sono morti gli Evoluzionatori? Stai bene?”
La storia non ci dice che ne fu di T´adeus, e forse non importa saperlo, ciò che racconta di T´ayl basta.
T´ayl continuò a linguare (T´elm sperava che nel vederli mentre scappavano ancora, corresse dietro di loro. Era tutto ciò che poteva fare. Sperare, perché lui era così, qualcosa che non si avverò). Lei continuò a linguare lo stesso quando T´elm e gli altri la lasciarono indietro e quando la Cuocitrice esplose. Ed il permafrost saltò in aria affamato verso di lei, congelando tutto al suo passaggio per sempre.

sabato 27 aprile 2019

T´ayl Sempre-Fredda (11)



La giustizia è un frutto che ha bisogno di enormi cure: sceglierne il seme, lavorare la terra, osservarla, coccolarla ed aspettare. Aspettare sempre.
Quando Taddy divenne T´adeus, seppero che l´attesa non era eterna. Era ora di raccoglierne il frutto.

T´elm allentò un bullone e truccò un manometro. Ed osservò. Con taciturnità suicida, senza trascurare il resto dell´impianto. Settimana dopo settimana, mese dopo mese. La pressione in un piccolo contenitore secondario di permafrost incominciò ad aumentare in modo impercettibile per qualsiasi infrapersona o camera di sorveglianza, se ci fosse stata. Soltanto T´elm poteva rendersene conto. E T´elm voleva un figlio.
Tre mesi prima che accadesse, lui previde l´esplosione della Cuocitrice con una precisione di qualche decimo di secondo.
Il giorno che aspettavano, T´elm linguò le ultime istruzioni a T´ayl, mentre la freddezza tentava di congelare il suo cervello. I curatori dovevano essere drogati e spostati con discrezione. Gli Evoluzionatori dovevano morire. Le gabbie dovevano aprirsi. Tutto ciò in quest´ordine, sette minuti prima del secondo turno di T´estudo gli avrebbe permesso di scappare. Sei minuti prima li avrebbe distrutti.
T´ayl linguò il piano a T´adeus.
“Potrai farlo?”
“Certo, tartarughina. Tu cosa credi?”
“Che farai con i curatori?”, continuò a domandare lei, un po´ turbata. T´adeus non sapeva niente del legame che la univa a T´elm. Lei non gli aveva detto niente. Oppure se lo sapeva, non gliene importava.
“G´eld fa impazzire i cuochi. Il pranzo di oggi stillerà droga”, rispose lui, arrogante.
“E con gli Evoluzionatori?”
“Me ne occuperò io.”
Ed i suoi pensieri divennero torbidi come l´acqua della palude dove la sua parte antica cacciava le anatre. La parte che ricordava T´ayl.

sabato 5 gennaio 2019

T´ayl Sempre-Fredda (10)



T´ayl osservava le Bestie che presto sarebbero state Uomini. O quasi. La Matrice (questo era il nome dell´ala tra le infrapersone, e anche tra gli uomini) non era così fredda come i sotterranei dove lavorava T´elm, nonostante fosse direttamente sopra. Quaranta metri di materiale isolante si frapponevano tra i pensieri di entrambi.
T´ayl, insieme a T´esla, T´rentino, T´estudo ed altri si occupava degli animali immersi nelle loro gabbie, che aspettavano incurantemente la manipolazione dei loro geni oppure una morte anonima. Tutti e quattro insieme osservavano costantemente, analizzando i più sottili cambiamenti nell´atteggiamento e l´aspetto che denunciavano inevitabilmente i malati o gli inadeguati per diventare persone, con la perfezione della loro implacabile tranquillità, anno dopo anno. Il loro compito li divertiva, ed era importante. Gli Evoluzionatori avrebbero eseguito il verdetto di T´ayl invece di quello di tutti i curatori di Bestie, e persino del proprio. E questo fu la loro perdizione.
I suoi compagni-tartaruga l´aiutarono. Il vecchio T´rentino entrò in ibernazione. Tutti lo considerarono morto. Tutti tranne quelli che lo conoscevano.
Partì dentro il suo carapace tra i rifiuti organici della Cuocitrice, la mattina.
Fortunatamente, poteva aspettare un´ora per respirare. Se ne andò da lì di notte con le sue vecchie gambe, per diventare mille anni dopo il primo attore della sua propria leggenda.
T´esla, T´estudo e T´ayl sollecitarono qualcuno che lo supplisse. Troppi animali. Gli Evoluzionatori capirono la loro posizione.
Avrebbero avuto come compagno qualcuno che già conoscevano ma non conoscevano.
Lo scontroso Taddy (T´ayl lo aveva soprannominato così in ricordo di un bambino che aveva sorvegliato una volta qualche tempo prima). Veloce, brusco e incontrollabile. Si avventava contro i suoi curatori quando gli portavano il pesce e si vedeva molto chiaramente che a lui non piaceva il cibo morto. Tuttavia lo avevano mantenuto tra i candidati fin dal suo arrivo quattro anni fa, scartandone altri migliori. Aveva diversi punti a suo favore.
Gli piaceva.
Era una tartaruga.
T´ayl gli aveva linguato molte volte i suoi propositi e aveva ottenuto come risposta un cumulo di pensieri paludosi ed orgiastici in cui il pesce contorcente giocava un ruolo importante. Non sapeva se lui la comprendesse. Sebbene credesse di sì. L´avrebbe capita. L´avrebbe ricordata?

mercoledì 26 dicembre 2018

T´ayl Sempre-Fredda (9)

Il primo incidente verificatosi durante il suo soggiorno lo sconvolse: C´edgar, uno dei suoi compagni, stava sistemando una valvola di sicurezza quando questa si spezzò ed il permafrost (così lo chiamavano nella galleria) dei depositi saltò verso di lui e i suoi effeti non si fecero aspettare: gli congelò per sempre la maggior parte di un braccio e la metà del tronco. T´elm e gli altri si scambiarono sguardi scioccati, costernati. C´edgar ormai non sarebbe servito per questo lavoro né per altri, quasi con certezza.
Frattanto un´infrapersona felina si era affrettata verso le chiavette, fermando in tempo la produzione del fluido. L´aria aveva incominciato a congelarsi, e anche i nasi dei lavoratori. T´elm non avrebbe mai potuto reagire così in fretta, né voleva farlo.
Non tardarono ad apparire brontolando due uomini veri mummificati dentro tute isolanti circondate da un magro strato di calore. I robot non erano pratici nella galleria: il freddo li irrigidiva implacabilmente.
“Prendilo per le gambe”, disse il più corpulento mentre afferrava C´edgar per le ascelle, una delle quali congelata.
C´edgar non si mosse, né parlò. Forse il permafrost gli aveva ucciso la lingua. Li guardò con i suoi grigi occhi canini mentre lo portavano via. E di C´edgar non si seppe più nulla. Neanche T´ayl lo vide nella sua ala. Chi conosce il suo destino?

mercoledì 1 agosto 2018

T´ayl Sempre-Fredda (8)



T´elm osservava le macchine sotterranee immerso nel fetore delle scintille elettriche e nel freddo infinito, mentre altre infrapersone correvano veloci attorno a lui, lubrificando il metallo, togliendogli il ghiaccio e riscaldandolo con pistole a gas. Il freddo degli immensi depositi siti sopra le loro teste impregnava tutto, malgrado l´isolamento del suolo e delle tute, e garantiva l´attività frenetica dei lavoratori. Tranne la sua. Lui soltanto poteva passeggiare con calma lungo il chilometro e mezzo del corridoio che gli era assegnato, calibrando dettagliatamente lo stato del metallo e dei suoi compagni. Fu un bravo supervisore durante i sei anni che trascorse senza vedere T´ayl. Lei si occupava dell´ala superiore e dormiva in baracche isolate dal resto della struttura. Non era permesso di muoversi liberamente per tutto il complesso che agli uomini veri, e tra questi soltanto a pochi, gli Evoluzionatori.
Naturalmente, T´elm poteva linguare. Così seppe che T´ayl osservava gli animali candidati a cambiare. Nonostante tutto, lui preferiva non farlo molto spesso: il freddo sembrava allora capace di congelare la sua mente fin nel profondo.

venerdì 20 luglio 2018

T´ayl Sempre-Fredda (7)



Nel frattempo erano trascorsi centoottantatré anni, e Franzel, Mary, Artis, Numen, Leona, Psiches, Al, Deng, Direena, e naturalmente Tadeus, erano diventati uomini e donne veri sotto l´attenta e calma vigilanza di T´ayl. Lei lo aveva aspettato.
La sera del suo ritorno i due si amarono tanto intensamente come fossero liberi di farlo.

La Cuocitrice era lontana dalla città, verso est. Erano riusciti a farsi licenziare dai loro rispettivi lavori. T´ayl aveva creato registri erronei da un anno su Liszt, il suo ultimo bambino, e T´elm si era occupato di alcuni oppiacei che adesso crescevano squallidi e radi sotto la sua attenta cura. Il padre di Liszt era un uomo abbastanza influente e preoccupato per le sue coltivazioni da procurare loro un lavoro nelle cantine della Cuocitrice.
-Se devono vigilare qualcosa, che siano le macchine che li fabbricano, eh, Liszt? –disse suo padre accarezzandogli la pancia.
Lisz non disse niente.
Ci misero cinque giorni per arrivare lì. E scoprirono che la Cuocitrice non aveva molto a che vedere con un forno.